Manager di successo? Empatia, gentilezza e Mindfulness
Qual è l’atteggiamento giusto per creare una carriera o più in generale per avere successo nella vita? Dopo anni di manager “business oriented” pronti a sacrificare tutto per la vita professionale, oggi sulla base di ricerche scientifiche in materia di neuroscienze, si parla di integrazione tra corpo e mente, di consapevolezza e di armonia come mezzi per sviluppare la carriera che si desidera e per migliorare la qualità della vita. Un bravo manager è quello che nei rapporti con le persone è in grado di utilizzare gentilezza ed empatia, che si sviluppano anche grazie alla pratica costante di Mindfulness.
Il termine Mindfulness significa “attenzione consapevole”. Si tratta di dirigere la propria attenzione in modo volontario su ciò che accade nel proprio corpo e intorno a sé, momento per momento, osservando la propria esperienza per quello che è, senza criticarla o valutarla. La pratica di questo atteggiamento della mente deriva dal buddismo theravada e il suo utilizzo da parte della medicina occidentale risale agli anni ’70 negli Stati Uniti. Mindfulness è una forma di meditazione in cui viene posta attenzione nel momento presente a quattro elementi:
- Il proprio corpo;
- Le proprie percezioni sensoriali a livello fisico, fisiologico e psicologico;
- Le formazioni mentali come la rabbia o il dolore;
- Gli oggetti della mente, ovvero ciò che provoca determinate reazioni emotive (si è arrabbiati con qualcuno o per una determinata situazione…).
L’osservazione di questi elementi della propria esperienza avviene in uno stato di calma nella quale viene sospeso ogni giudizio o resistenza, nel quale si accetta ciò che viene osservato per quello che è, consentendo ai cambiamenti di avvenire in modo del tutto naturale.
La pratica costante della mindfulness si è dimostrata efficace nella riduzione dello stress, nel sollievo dei sintomi fisici connessi a malattie organiche, nella promozione di profondi cambiamenti dell’atteggiamento, del comportamento e della percezione di sé stessi, degli altri e del mondo. Tutto ciò si traduce in una maggiore capacità di fronteggiare le situazioni difficili, nel maggiore potere di gestione dei conflitti e dei problemi, in una nuova capacità della mente di sostituire le emozioni distruttive con modi di essere più costruttivi.
Ne hanno parlato Caroline Welch e Daniel Siegel, esperti di Mindfulness in uno degli incontri organizzati da una business school americana.
La Welch spiega che la chiave sta nell’equilibrio tra carriera e vita privata e la pratica di Mindfulness favorisce questa integrazione che crea benessere diventando “una sorta di coperta protettiva contro lo stress”. Applicata alla vita professionale, la consapevolezza (Mindfulness) è utile per trovare un significato personale a ciò che si intende per “successo”, per affrontare le novità, da quelle di natura tecnologica a quelle di organizzazione pratica, per una migliore collaborazione con i partner di vita e di lavoro, accettando le diversità e riducendo i conflitti.
Daniel Siegel, psichiatra e direttore del Mindsight Institute, sostiene che la qualità della vita dipende in gran parte da come gestiamo emozioni, comportamenti e pensieri e dalla capacità di regolare i processi che avvengono dentro di noi e in relazione agli altri. Un bravo manager, oltre a competenze razionali e conoscenze di contenuto , è prima di tutto una persona che, conoscendo bene se stessa, sa agire con consapevolezza, regolando ciò che accade dentro di sé e nello stesso tempo ciò che accade nella relazione con gli altri.
Essere “Mindful” significa poter provare emozioni intense senza però reagire in maniera impulsiva. La regolazione, ovvero la capacità di bilanciare sensazioni, pensieri e percezioni, è il risultato di un processo che inizia con la gentilezza, che si sviluppa inizialmente verso se stessi per poi rivolgersi al mondo esterno, partendo dalle persone intime, per poi passare ai conoscenti, fino ad arrivare agli sconosciuti o alle persone con cui siamo in contrasto.
Le pratiche di Mindfulness aiutano la mente a liberarsi dai pensieri automatici e ansiosi rendendola lucida e capace di accedere alle risorse cognitive ed emotive, mantenendo tra queste un efficace equilibrio. In particolare aiuta coloro che hanno responsabilità dirigenziali ad essere di ispirazione per il personale, a dare fiducia attraverso un dialogo continuo, a creare le condizioni per la crescita e la leadership degli altri, ad ascoltare con attenzione dando risposte consapevoli e non stereotipate, a una condizione di apertura creativa nelle proprie risposte, ad affidarsi alla propria saggezza intuitiva. Questa particolare modalità di porre attenzione diventa una progressiva e stabile trasformazione del nostro modo di essere, una nuova abitudine mentale che può essere applicata non solo alla vita professionale, ma anche ai diversi contesti della vita quotidiana, sia nei momenti facili che in quelli difficili.