I Sogni
I sogni sono il prodotto dell’attività cerebrale durante il sonno e si manifestano sotto forma di immagini, emozioni, suoni e pensieri. Fin dai tempi più remoti i sogni hanno suscitato l’interesse degli uomini che hanno cercato di elaborare numerose teorie che tentavano di spiegare la loro natura. Gli antichi non consideravano il sogno come un prodotto della psiche ma come una manifestazione della divinità. Con Aristotele il sogno diventa oggetto della psicologia perdendo così la sua origine divina e rivolgendosi invece alla sfera terrena. Solo Freud, molti anni dopo, arriva a intraprendere uno studio psicologico e sistematico sull’argomento. Secondo le sue teorie il sogno rappresenta “la strada maestra che conduce alla conoscenza dell’inconscio”. Tutto ciò che cerchiamo di nascondere a noi stessi durante lo stato di veglia riemergerebbe nel sogno perché i freni inibitori della coscienza sarebbero allentati. Tuttavia in qualche misura i freni inibitori continuerebbero almeno in parte ad agire e questo spiegherebbe il carattere fantastico, surreale e criptico dei sogni. Per questo motivo, secondo Freud, i sogni necessitano di un’interpretazione per riuscire ad andare oltre il contenuto cosciente o manifesto e individuarne invece il suo contenuto latente o inconscio.
Altri studiosi hanno formulato teorie molto diverse, per alcuni autori ad esempio il sogno sarebbe semplicemente una rielaborazione delle esperienze nascoste percepite durante lo stato di veglia, secondo altri sognare sarebbe un modo con cui il cervello smaltisce l’eccesso di informazioni raccolte, secondo la teoria delle “reti neurali” il sogno servirebbe non solo a mettere ordine, ma anche a fare pulizia, eliminando i ricordi più deboli e inutili. Diversi studi scientifici sembrano confermare una funzione evolutiva del sogno che consente agli individui una rielaborazione continua dei contenuti sia consci che inconsci favorendo così un equilibrio emotivo, relazionale e psichico.
Dal momento che esistono diverse teorie, spesso contrapposte, si può facilmente intuire che, dal punto di vista scientifico, i sogni rappresentano ancora in buona parte un mistero.
Ma cosa accade dal punto di vista fisiologico durante il sonno e soprattutto nel momento in cui si sogna?
Il sonno si divide convenzionalmente in 4 fasi di sonno a onde lente (Stadio 1, 2, 3, 4) anche detto Non REM in cui avviene una progressiva diminuzione del tono muscolare, del ritmo respiratorio e della frequenza cardiaca e di una fase di sonno REM (Rapid Eye Movements) caratterizzato da movimenti oculari rapidi in sequenze di 3/10 movimenti ravvicinati che si ripetono più volte con intervalli fra i 5 e i 10 secondi, un tracciato EEG simile alla veglia e un aumento di frequenza dei ritmi respiratori e cardiaci. Durante il sonno REM si svolge la più importante delle esperienze mentali del sonno: il sogno. Diversi studi hanno dimostrato che solo il 10% di coloro che vengono svegliati in una fase di sonno Non-REM riferisce di ricordare qualche immagine vivace del sogno in corso, mentre tra coloro che vengono svegliati durante la fase REM, oltre l’80% riferisce ricordi di sogni vividi e intensi. Durante una notte di sonno si ripetono circa 5 cicli di sonno (dallo stadio 1 Non-REM allo stadio REM) e ogni ciclo dura circa 90 minuti. Ad ogni modo l’alternarsi delle fasi del sonno varia a seconda dell’età ed è comunque diversa da persona a persona. Le ore di sonno REM in un neonato, in proporzione alle ore di sonno complessive, sono circa la metà, mentre durante la crescita tale proporzione tende a diminuire progressivamente.
I sogni riferiti dopo risvegli ottenuti verso il mattino sono molto più ricchi e complessi di quelli raccontati dopo risvegli nella prima parte della notte.
Dopo anni di sperimentazione, sembra ormai chiaro che nel corso del sonno REM il cervello si comporta in modo praticamente identico a quello della vita da svegli, inviando cioè segnali per il movimento dei muscoli in risposta agli scenari proposti dai sogni. Anche se gli occhi non ricevono immagini provenienti dal mondo reale, il cervello ordina loro di muoversi e di osservare scene che in realtà esistono solo nella mente. I segnali inviati al resto del corpo vengono per la maggior parte inibiti a livello di spina dorsale, in modo da non provocare movimenti degli arti. Per alcune parti del cervello non esiste differenza tra sogno e realtà, perciò quando sogniamo ad esempio di mangiare o litigare o pensare, il cervello invia gli stessi segnali che invierebbe come se stessimo davvero mangiando, litigando o pensando.
La caratteristica principale che distingue il sogno dalla realtà è la continuità: gli eventi del mondo reale procedono in modo continuo mentre nei sogni ogni evento tende a essere isolato e solo vagamente collegato a quelli successivi e gli avvenimenti e i personaggi saltano da una situazione all’altra in modo inspiegabile.
Tutte le persone sognano anche se non tutte ricordano spontaneamente i loro sogni al risveglio. Il motivo per cui si tende a dimenticare un sogno al risveglio è probabilmente legato al rischio di confonderlo con la realtà: se ricordassimo ogni sogno con la stessa chiarezza delle esperienze reali diventerebbe estremamente problematico distinguere le due cose. Molti dei ricordi relativi al mondo dei sogni si troverebbero in conflitto con il mondo reale perciò la memoria mette in atto un’importante meccanismo di protezione rendendone difficile il ricordo.
In ogni caso la possibilità di ricordare un sogno dipende da diversi fattori come il significato affettivo del sogno, la sua ripetitività o il tempo trascorso tra l’evento sognato e il risveglio. Per quanto riguarda i contenuti e la tonalità affettiva sembra siano correlati alla personalità del soggetto: una persona immaginativa e creativa riferisce generalmente sogni ricchi di contenuti rispetto a una persona dotata di scarsa fantasia. Uno stato d’animo malinconico dà al sogno una tonalità depressiva, uno stato d’animo allegro una tonalità euforica. Inoltre, i sogni che vengono riferiti al proprio psicoterapeuta sono molto più complessi e densi di contenuti rispetto a quelli che vengono raccontati in laboratorio subito dopo essere stati svegliati dal sonno REM. Questo dimostra quanto gli stati psicologici e le motivazioni possono influire sulla qualità del sogno e, probabilmente, sulle capacità di ricordarne una maggiore quantità di dettagli.
Passerà ancora molto tempo prima che la sempre più vasta conoscenza del cervello ci permetta di svelare ogni mistero riguardo al significato dei sogni e alla loro relazione con la nostra vita da svegli. Vorrei concludere con le parole di Arthur Schopenhauer che ben rappresentano a mio avviso la magia e il fascino dei sogni: “La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare”.